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FAQ - Piano di Accumulo (PAC)

I Piani di Accumulo di Capitale, comunemente definiti anche tramite l’acronimo PAC, sono modalità di sottoscrizione di alcuni strumenti finanziari, come i fondi di investimento e gli ETF (Exchange Traded Fund) o, più in generale, gli organismi di investimento collettivo del risparmio (OCR). 

Operativamente i Piani di Accumulo di Capitale (PAC) permettono al risparmiatore di accedere all’investimento attraverso versamenti periodici di capitale. 

Nella pratica l’investitore apporta all’investimento somme costanti, a scadenze regolari e per un periodo di durata predeterminata, per acquistare una quantità di strumenti che sarà quindi diversa ad ogni versamento. 

Così facendo il capitale investito dal risparmiatore, in termini complessivi, cresce in modo graduale nel tempo. 

Le caratteristiche che descrivono le basi del piano di accumulo sono le seguenti:

  • il risparmiatore versa quote costanti;
  • il versamento delle quote avviene a scadenza regolare;
  • la durata è stabilita precedentemente nel contratto di sottoscrizione;
  • il risparmiatore delega al fondo a cui si è rivolto l’acquisto di strumenti finanziari;
  • l’acquisto di strumenti finanziari da parte del fondo varia in quantità da un versamento di quota all’altro.

Nella pratica l’investitore apporta all’investimento somme costanti, a scadenze regolari e per un periodo di durata predeterminata, per acquistare (o sottoscrivere nel caso di un fondo) una quantità di strumenti che sarà quindi diversa ad ogni versamento. Così facendo il capitale investito dal risparmiatore, in termini complessivi, cresce in modo graduale nel tempo. 

La modalità di investimento tramite i Piani di Accumulo del Capitale è di stretta derivazione dal modello del “Dollar Cost Average”. 

Tale modalità di investimento, già utilizzato negli anni ‘50 da Benjamin Graham (il padre dell’analisi fondamentale e ispiratore di Warren Buffett) prevede l’investimento, ad intervalli temporali regolari, della stessa somma di denaro per acquistare delle azioni. 

I versamenti, in questo sistema, possono avere cadenze diverse: mensili, trimestrali, semestrali o annuali. Il frazionamento – secondo lo stessa Graham – porta nel tempo a migliori risultati. 

Nei Piani di Accumulo attualmente offerti dal mercato assicurativo, differentemente rispetto alla logica originaria del Dollar Cost Average, non si investe direttamente in titoli azionari ma in fondi, ETF o, in generale, in  OICR (Organismi di investimento collettivo del risparmio).

Il piano di accumulo viene spesso definito come una delle strade migliori per il risparmiatore per investire sui mercati finanziari. 

Il PAC si può perfezionare a partire da € 60,00 al mese, permette di investire su un fondo comune o ETF attraverso il pagamento di rate.

I PAC sono una modalità di sottoscrizione, attraverso un OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio), di vari strumenti finanziari.

Tra i vantaggi, o punti forti, dell’investimento tramite un piano di accumulo troviamo:

  • flessibilità – il risparmiatore al momento della sottoscrizione può decidere importo, cadenza delle rate e la durata dell’investimento;
  • piccole rate – possono investire in un piano di accumulo anche i risparmiatori con una bassa disponibilità finanziaria;
  • rischio stagionalità abbattuto – grazie ad una cadenza regolare nei versamenti delle rate è possibile eliminare la stagionalità e fluttuazioni improvvise sui mercati;
  • risparmio costante – attraverso il piano di accumulo si rende l’investimento automatizzato e costante, abbattendo il rischio di spendere i propri risparmio in un modo meno fruttuoso;
  • emozioni zero – tramite un investimento gestito, costante e distribuito in modo regolare nel tempo si annulla la possibilità che l’investitore agisca in balia delle emozioni, prendendo così decisioni di investimento di cui potrebbe pentirsi e spesso dettate dalle mode del momento.

La durata di un piano di accumulo segue il vincolo di una durata minima fissata in tre anni mentre il massimo può variare, comunque fino a 40 anni. Il numero e la cadenza delle rate dell’investimento può essere mensile, trimestrale, semestrale, annuale. L’orizzonte temporale suggerito è comunque quello dei 20 anni.

Nel dettaglio, andiamo ad analizzare che tipologia di costi e commissioni sono applicabili al risparmiatore che decide di aprire un piano di accumulo:

  • costo di sottoscrizione: può variare a seconda del fondo di investimento scelto ed è più alto della media di investimenti simili. Molto spesso le commissioni totali vengono caricate per il 30% al momento della sottoscrizione, mentre la parte restante viene ripartita per le rate dei versamenti concordati;
  • costo di chiusura anticipata: sono molto penalizzanti le spese applicate al risparmiatore che decide di chiudere anticipatamente l’investimento, ma più si va avanti negli anni e più scendono. Parliamo di costi che sono per lo più evitabili se al momento dell’apertura del proprio piano di accumulo si è valutato con attenzione la propria disponibilità e consolidato un proprio fondo per le emergenze;
  • spese di gestione: come ogni fondo di investimento gestito, all’investitore è richiesto il costo di gestione;
  • diritti fissi: specificati al momento della sottoscrizione, parliamo di un costo che viene trattenuto sull’importo di ogni singola rata. Se, ad esempio, il fondo prevede un diritto fisso di 2 euro per 100 euro versati, siamo di fronte ad un costo del 2% non indifferente. In questo caso, il risparmiatore con disponibilità limitata trova un certo vantaggio nella riduzione del numero di rate sull’anno.

Qual è il piano di accumulo di capitale migliore? È meglio scegliere un fondo che investe sull’azionario oppure di questi tempi è consigliabile puntare su un fondo obbligazionario o su un bilanciato? 

Come sempre in questi casi, tutto dipende dal profilo di rischio dell’investitore, ovvero quanto il soggetto che investe è disposto a rischiare in base alla propria disponibilità finanziaria, età e propensione.

I fondi resi disponibili dalle compagnie rendono possibile la scelta di strumenti in linea con la propria predisposizione al rischio:

  • Fondo obbligazionario – meno rischioso ma con un rendimento più basso, consigliabile per un piano di accumulo di breve termine;
  • Fondo bilanciato – rischio e rendimento medi, consigliabile per un piano di accumulo di medio termine;
  • Fondo azionario – rischio più alto, come i rendimenti, consigliabile per un piano di accumulo di lungo termine.
  • Si ha il diritto di revocare una proposta assicurativa fino al momento in cui non si è venuti a conoscenza dell’accettazione della stessa da parte dell’impresa. La revoca della proposta impedisce la conclusione del contratto di assicurazione. Le modalità di esercizio della revoca sono regolamentate nella nota informativa. 
  • Generalmente il contraente deve comunicare all’impresa di assicurazione la revoca della proposta con lettera raccomandata A/R o PEC. Le somme eventualmente già pagate devono essere restituite dall’impresa entro 30 giorni dal ricevimento della revoca.
  • Dal rimborso sono escluse le spese effettivamente sostenute dall’impresa per l’emissione del contratto, a condizione che le stesse siano state preventivamente individuate e quantificate nella proposta.
  • Se il rimborso avviene oltre il termine di 30 giorni, sono a carico dall’impresa gli interessi di mora per ritardato pagamento, calcolati al tasso di interesse legale.
  • l contraente ha il diritto di recedere (il cd. “ripensamento”) da un contratto di assicurazione sulla vita entro 30 giorni dal momento in cui è informato che il contratto è concluso.
  • L’esercizio del diritto di recesso annulla il contratto ed ha l’effetto di liberare le parti da qualsiasi vincolo derivante dallo stesso. Le modalità per l’esercizio di tale diritto sono riportate nella Nota informativa e nel contratto di assicurazione.
  • Generalmente il contraente deve comunicare all’impresa di assicurazione il recesso dal contratto con lettera raccomandata A/R o PEC.
  • Anche in questo caso, le somme eventualmente già pagate ti devono essere restituite dall’impresa entro 30 giorni dalla notifica del recesso. Il rimborso viene effettuato al netto della parte relativa al periodo per il quale il contratto ha avuto effetto e delle spese effettivamente sostenute dall’impresa per l’emissione del contratto, a condizione che le stesse siano state preventivamente individuate e quantificate nel contratto.
  • Per le polizze unit linked se nelle condizioni di polizza è previsto che il calcolo del valore rimborsabile tenga conto dell’andamento del valore delle quote attribuite, deve esserti liquidato il controvalore delle quote sia in caso di incremento che di decremento delle stesse, maggiorato dei costi applicati sul premio; l’impresa può trattenere solo le spese sostenute per l’emissione del contratto ed il premio per il rischio corso.
  • E’ il diritto del contraente di interrompere anticipatamente alla scadenza il rapporto assicurativo e di ottenere un capitale dall’impresa di assicurazione.
  • Generalmente, per i contratti a premio annuo, il riscatto è consentito dopo il termine previsto in polizza, mentre per quelli a premio unico può essere esercitato dopo un anno dalla decorrenza del contratto.
  • In alcuni casi è consentita la possibilità di chiedere riscatti parziali.
  • I criteri per la determinazione del valore di riscatto, quando previsto, sono indicati nelle condizioni di polizza. Puoi comunque chiedere la quantificazione del valore di riscatto direttamente all’impresa, all’ufficio indicato nella Nota informativa, che è tenuto a darti riscontro entro e non oltre 20 giorni.
  • ATTENZIONE. È opportuno prestare attenzione al fatto che il valore di riscatto può essere inferiore all’ammontare dei premi pagati o addirittura pari a zero se le annualità di premio pagate non raggiungono, in base alle condizioni contrattuali, il numero sufficiente per avere diritto al riscatto.
  • E’ regolata dalle condizioni contrattuali e consiste nella sospensione del pagamento dei premi annui successivi al primo. In tal caso il contratto rimane in vigore fino alla scadenza, per un capitale (o una rendita) proporzionalmente ridotto rispetto a quello iniziale, determinato tenendo conto dei soli premi effettivamente pagati rispetto a quelli stabiliti nel contratto. Il capitale ridotto si rivaluta annualmente e ti viene liquidato alla scadenza del contratto.
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  • La riattivazione è la facoltà del contraente di riprendere il versamento dei premi annui dopo un periodo di sospensione del pagamento degli stessi. I termini per l’esercizio di tale facoltà sono indicati nelle condizioni contrattuali. La riattivazione avviene di norma mediante il versamento delle rate di premio non pagate, maggiorate di interessi.