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FAQ - Piano di Investimento del Capitale (PIC)

Il Piano di Investimento del Capitale (PIC) prevede l’investimento di una certa somma (normalmente non meno di 10.000€) in un’unica soluzione: il PIC è quindi particolarmente indicato per il risparmiatore che dispone di una certa somma fin da subito. Il suo obiettivo tipico è quello accrescere il capitale negli anni.

Si tratta quindi della situazione ideale per chi dispone di liquidità da investire nell’immediato, come ad esempio chi va in pensione incassando un cospicuo Trattamento di Fine Rapporto, cede un’attività o eredita una somma.

Investire il capitale «tutto insieme» attraverso un Piano di Investimento del Capitale (PIC), è la soluzione adatta per l’investitore che ha già a disposizione una somma consistente da investire. Con l’investimento in unica soluzione, il capitale rimane investito sin dall’inizio con l’obiettivo di ottenere un ritorno nel tempo. Il PIC è in grado di sfruttare a pieno i vantaggi della capitalizzazione composta se l’investimento viene detenuto su un orizzonte temporale di medio-lungo termine. 

Tuttavia, a differenza del Piano di Accumulo del Capitale (PAC), il Piano di Investimento del Capitale (PIC) deve necessariamente fare i conti con il market timing.

Investendo quando i mercati si trovano ai minimi, con i PIC si possono cogliere maggiormente le potenzialità di un rialzo dei prezzi delle attività. Viceversa, quando l’investimento in unica soluzione viene fatto proprio nel momento in cui i prezzi sono già elevati, il rischio è di non riuscire a sfruttare al massimo i potenziali rialzi.

Il PIC è particolarmente vantaggioso soprattutto a chi è alla ricerca di investimenti meno volatili, anche se meno redditizi, al fine di ridurre il rischio di un calo del valore totale del proprio investimento dovuto al market timing. Per via delle sue caratteristiche, il PIC è ben visto da coloro che sono appena entrati in pensione, da chi ha conseguito una vincita o da chi ha ereditato un elevata somma di denaro.

Il Contratto relativo a un Piano di Investimento del Capitale (PIC) prevede normalmente una durata minima e una durata massima. Esistono tuttavia sul mercato anche soluzioni è a “vita intera” la cui durata coincide con la Vita dell’Assicurato. L’orizzonte temporale suggerito è comunque quello dei 20 anni.

Nel dettaglio, andiamo ad analizzare che tipologia di costi e commissioni sono applicabili al risparmiatore che decide di aprire un piano di accumulo:

  • costo di sottoscrizione: può variare a seconda del fondo di investimento scelto ed è più alto della media di investimenti simili. Molto spesso le commissioni totali vengono caricate per il 30% al momento della sottoscrizione, mentre la parte restante viene ripartita per le rate dei versamenti concordati.
  • costo di chiusura anticipata: sono molto penalizzanti le spese applicate al risparmiatore che decide di chiudere anticipatamente l’investimento, ma più si va avanti negli anni e più scendono. Parliamo di costi che sono per lo più evitabili se al momento dell’apertura del proprio piano di accumulo si è valutato con attenzione la propria disponibilità e consolidato un proprio fondo per le emergenze.
  • spese di gestione: come ogni fondo di investimento gestito, all’investitore è richiesto il costo di gestione. 
  • diritti fissi: specificati al momento della sottoscrizione, parliamo di un costo che viene trattenuto sull’importo di ogni singola rata. Se, ad esempio, il fondo prevede un diritto fisso di 2 euro per 100 euro versati, siamo di fronte ad un costo del 2% non indifferente. In questo caso, il risparmiatore con disponibilità limitata trova un certo vantaggio nella riduzione del numero di rate sull’anno.

Qual è il Piano di Investimento del Mapitale migliore? È meglio scegliere un fondo che investe sull’azionario oppure di questi tempi è consigliabile puntare su un fondo obbligazionario o su un bilanciato? Come sempre in questi casi, tutto dipende dal profilo di rischio dell’investitore, ovvero quanto il soggetto che investe è disposto a rischiare in base alla propria disponibilità finanziaria, età e propensione.

  • Fondo obbligazionario – meno rischioso ma con un rendimento più basso, consigliabile per un piano di accumulo di breve termine;
  • Fondo bilanciato – rischio e rendimento medi, consigliabile per un piano di accumulo di medio termine;
  • Fondo azionario – rischio più alto, come i rendimenti, consigliabile per un piano di accumulo di lungo termine.
  • Le polizze unit linked sono contratti in cui l’entità del capitale assicurato dipende dall’andamento del valore delle quote di fondi di investimento interni (appositamente costituiti dall’impresa di assicurazione) o da fondi esterni (OICR, Organismi di investimento collettivo del risparmio) in cui vengono investiti i premi versati, dai quali vengono dedotti i caricamenti, il costo per la copertura caso morte, eventuali coperture accessorie e le commissioni di gestione.
     Di norma l’impresa consente di scegliere il tipo di fondo di investimento al quale agganciare il capitale, tenendo però conto del profilo di rischio che meglio risponde alle esigenze del soggetto che esegue l’ investimento; al contraente è inoltre consentito di trasferire le somme accumulate da un fondo all’altro (switch) pagando eventualmente una commissione.
  • Anche questi prodotti possono offrire garanzie di capitale e/o di rendimento minimo.
  • In assenza di garanzia di capitale e/o rendimento minimo da parte delle compagnie, è opportuno prestare attenzione ai rischi finanziari (tra cui il rischio di liquidità) che, gravando sul contratto rimangono a carico di chi effettua l’investimento. L’assunzione di tali rischi può comportare la restituzione da parte dell’impresa di importi inferiori alla somma dei premi versati.
  • Per mitigare tali rischi, l’IVASS ha dettato rigorose disposizioni,stabilendo limiti per i soggetti emittenti e obblighi di diversificazione e dispersione del rischio per singolo fondo.
  • Queste polizze sono particolarmente complesse e si adattano maggiormente ad una clientela con elevate cognizioni finanziarie ed altrettanto elevata propensione al rischio.
  • Si ha il diritto di revocare una proposta assicurativa fino al momento in cui non si è venuti a conoscenza dell’accettazione della stessa da parte dell’impresa. La revoca della proposta impedisce la conclusione del contratto di assicurazione. Le modalità di esercizio della revoca sono regolamentate nella nota informativa. 
  • Generalmente il contraente deve comunicare all’impresa di assicurazione la revoca della proposta con lettera raccomandata A/R o PEC. Le somme eventualmente già pagate devono essere restituite dall’impresa entro 30 giorni dal ricevimento della revoca.
  • Dal rimborso sono escluse le spese effettivamente sostenute dall’impresa per l’emissione del contratto, a condizione che le stesse siano state preventivamente individuate e quantificate nella proposta.
  • Se il rimborso avviene oltre il termine di 30 giorni, sono a carico dall’impresa gli interessi di mora per ritardato pagamento, calcolati al tasso di interesse legale.
  • l contraente ha il diritto di recedere (il cd. “ripensamento”) da un contratto di assicurazione sulla vita entro 30 giorni dal momento in cui è informato che il contratto è concluso.
  • L’esercizio del diritto di recesso annulla il contratto ed ha l’effetto di liberare le parti da qualsiasi vincolo derivante dallo stesso. Le modalità per l’esercizio di tale diritto sono riportate nella Nota informativa e nel contratto di assicurazione.
  • Generalmente il contraente deve comunicare all’impresa di assicurazione il recesso dal contratto con lettera raccomandata A/R o PEC.
  • Anche in questo caso, le somme eventualmente già pagate ti devono essere restituite dall’impresa entro 30 giorni dalla notifica del recesso. Il rimborso viene effettuato al netto della parte relativa al periodo per il quale il contratto ha avuto effetto e delle spese effettivamente sostenute dall’impresa per l’emissione del contratto, a condizione che le stesse siano state preventivamente individuate e quantificate nel contratto.
  • Per le polizze unit linked se nelle condizioni di polizza è previsto che il calcolo del valore rimborsabile tenga conto dell’andamento del valore delle quote attribuite, deve esserti liquidato il controvalore delle quote sia in caso di incremento che di decremento delle stesse, maggiorato dei costi applicati sul premio; l’impresa può trattenere solo le spese sostenute per l’emissione del contratto ed il premio per il rischio corso.
  • Il Riscatto è il diritto del contraente di interrompere anticipatamente alla scadenza il rapporto assicurativo e di ottenere un capitale dall’impresa di assicurazione.
  • Generalmente per i Piani di Investimento del Capitale (PIC) può essere esercitato dopo un anno dalla decorrenza del contratto.
  • In alcuni casi è consentita la possibilità di chiedere riscatti parziali.
  • I criteri per la determinazione del valore di riscatto, quando previsto, sono indicati nelle condizioni di polizza. Puoi comunque chiedere la quantificazione del valore di riscatto direttamente all’impresa, all’ufficio indicato nella Nota informativa, che è tenuto a darti riscontro entro e non oltre 20 giorni.
  • ATTENZIONE: È opportuno prestare attenzione al fatto che il valore di riscatto può essere inferiore all’ammontare del premio unico pagato.

Per quanto riguarda la fiscalità, il PIC prevede una tassazione del 26% (Capital Gain) sulla plusvalenza ottenuta dai rendimenti finali.